Quando a Roma fu scoperto il Santo Graal

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di Alessandro Moriccioni 

“…PER NULLA OMETTERE DI QUANTO TRA LE MINUZIE RINVENUTE NELLA BASILICA COSTANTINIANA DI S. LORENZO PUO’ DILETTARE L’ERUDITA CURIOSITA’ DEI MIEI LETTORI, ACCENNERO’ ANCHE LE SINGOLARI CIRCOSTANZE DEL TROVAMENTO D’UN VASO DI VETRO. RIMOSSA UNA GRANDE LASTRA MARMOREA, CHE RIVESTIVA IL MAGGIORE PILASTRO A SINISTRA DEL NARTECE, SI VIDE IN UN PICCOLO INCAVO IRREGOLARE NELLA COSTRUZIONE UN CALICE VITREO MANCANTE DEL PIEDE, COME E’ DELINEATO SOTTO IL N.2 ( immagine in disegno dello stesso De Rossi, N.d.R. ); ED ERA IVI POSATO E CHIUSO PROBABILMENTE FINO DALL’EPOCA DI COSTANTINO. NIUN INDIZIO DI CROSTA SANGUINOLENTA O D’ALTRO LIQUORE DA’ LUOGO A CONGETTURARE CHE QUESTA SIA UNA RELIQUIA IVI DEPOSTA QUASI PER CONSACRARE LE MURA DELLA BASILICA. PARMI VERISIMILE CHE SIA UN BICCHIERE ROTTO NEL PIEDE, DEL QUALE FACEVA USO ALCUNO DEGLI OPERAI, E CHE POSATO IN QUEL VUOTO FU PER CASO IVI RINCHIUSO E COSI’ CONSERVATO SINO A NOI. L’HO COLLOCATO FRA I VETRI DEL MUSEO SACRO NELLA BIBLIOTECA VATICANA;  OVE OGNUNO POTRA’ ESAMINARLO E FARNE QUEL GIUDIZIO E QUELLA CONGETTURA,CHE GLI PIACERA’…”   

(Giovanni Battista De Rossi, Bullettino di Archeologia Cristiana, 1864, Anno 2, n.5, in San Lorenzo e il Santo Graal di Alfredo M. Barbagallo)  

L’Enigma di De Rossi  

San Lorenzo fuori le mura
San Lorenzo fuori le mura

 Quello che avete appena letto in apertura è il resoconto di una scoperta, di una grande scoperta. E’ il rapporto che l’archeologo Giovanni Battista De Rossi pubblica nel 1864 sul Bullettino di Archeologia Cristiana, organo ufficiale della Pontificia Commissione di Archeologia Sacra di cui fu presidente. Il testo fa riferimento al rinvenimento, nella Basilica di San Lorenzo Fuori le Mura a Roma, di uno strano calice vitreo. Egli lo identifica col bicchiere di un qualche manovale sprovveduto che involontariamente lo seppellisce nella basilica costantiniana secoli e secoli prima del suo ritrovamento. Ma l’abile archeologo appare tutt’altro che convinto invita infatti il lettore a dare un proprio giudizio su di un apparentemente insignificante pezzo di vetro. Siamo certi che quello di De Rossi non sia, altresì, un messaggio preciso a guardare oltre le apparenze? De Rossi nasce a  Roma, il 23 febbraio del 1822. Dopo essersi laureato in giurisprudenza decide di seguire attivamente la sua profonda passione: l’archeologia. Nel 1850 scopre l’accesso alle Catacombe di San Callisto sulla Via Appia Antica e negli anni a venire si dedica ad importanti lavori come quello della redazione di christianae urbis Romae septimo saeculo antiquiores, “Iscrizioni cristiane della città di Roma anteriori al settimo secolo”. Fonda il Bullettino di Archeologia Cristiana nel 1863, qualche anno prima della presa di Roma, e pubblica il primo volume di Roma sotterranea cristiana nel 1864.  Lo stesso anno in cui annuncia, anche se un po’ in sordina la scoperta del calice vitreo. Non ci sono dubbi in merito al fatto che De Rossi sia sopra ogni sospetto. Quel che stupisce è che, di quello strano reperto scoperto nei sotterranei di San Lorenzo, durante gli scavi, egli faccia solo un breve accenno a dispetto della sua notoria e maniacale attenzione ai dettagli. Per quale motivo? C’è da dire che sono davvero molte le stranezze in questa storia. Per cercare di dipanare almeno un po’ la matassa abbiamo deciso di rivolgerci allo studioso che per primo ha riesumato una scoperta che sembrava definitivamente archiviata e dimenticata da quasi 150 anni . Alfredo M. Barbagallo è l’autore del coraggioso studio San Lorenzo e il Santo Graal che da qualche tempo sta facendo discutere gli esperti. Fu davvero il Santo Graal quello rinvenuto da De Rossi nella Basilica di San Lorenzo Fuori le Mura? E dove si trova ora la reliquia?  

Intervista ad Alfredo M. Barbagallo, l’uomo che cercava il Graal   

Alfredo Barbagallo
Alfredo Barbagallo

 TERRA INCOGNITA: Cominciamo parlando di lei. Chi è il professor Alfredo Barbagallo l’uomo che ha riscoperto il Sacro Graal?  

ALFREDO BARBAGALLO: Grazie a te, Alessandro, e a Terra Incognita; attribuisco grande importanza a questa Intervista, e sarò, contrariamente al mio stile abitualmente pacato, molto spiccio e diretto, nell’interesse dei Lettori. Inizio però a dirti che non sono Professore; la Disabilità cronica di cui ero disgraziatamente portatore (ora chirurgicamente corretta) ha distrutto purtroppo la mia vita accademica ed anche privata, dai tempi universitari. Ho avuto poi nella vita importanti incarichi culturali ed anche politici; ho partecipato ad Architettura e Territorio, per poi confluire in Italia Nostra, di cui sono stato Consigliere romano per un decennio, accanto al grande Antonio Cederna. Ho poi fondato Arte e Mistero, che dirigo da anni. Ho gestito credo centinaia di Conferenze Stampa ed iniziative culturali sulla grande stampa nazionale ed internazionale, ed il mondo radiotelevisivo mondiale, con ampie tracce nel web. Nei fatti, sono quindi ormai un Giornalista ; e come tale, posso essere valutato.  

TI: Il suo libro “San Lorenzo e il Santo Graal” è un vero e proprio testo universitario di archeologia; non si ravvisa il solito stile dell’archeologo di frontiera ma più propriamente quello del ricercatore serio ed ortodosso. Eppure è praticamente stato ignorato da tutti i settori specialistici. Per quale motivo?

AB: Innanzi tutto perché la Chiesa Cattolica di Roma – sia chiaro, nei suoi organi scientifici internazionali, e non certo di riflessione teologica e morale –  sembra non volere il Santo Graal, e soprattutto non volerlo a Roma, almeno sino ad oggi; desidero precisare a questo proposito di essere Cattolico osservante, e di avere condotto una ricerca di carattere strettamente storico – archeologico. Il tam tam partito indirettamente da Roma, ed invitante al silenzio, ha travolto così il mondo scientifico nazionale,sarò del tutto sincero, per interesse, vanità od ambizione; eccetto la grande Stampa, nazionale ed internazionale, che si è battuta sin che ha potuto.
Desidero inoltre sommessamente ricordare che i miei anni di studio ed i loro risultati sono stati tutti – e saranno ancora – a titolo gratuito; ma chi opera nel campo scientifico – disgraziatamente – prima bussa a Quattrini, come noto, e solo poi ragiona; è il Vizietto del nostro mondo accademico ; e ciò non può che bloccare ulteriormente ogni sviluppo di indagine.
Il motivo quindi di questo atteggiamento complessivo non può che rimanere oscuro.  

TI: Cosa ha scoperto di rivoluzionario sul Santo Graal a Roma, come ne è venuto a conoscenza e quali tracce ha seguito?  

AB: Il “ Santo Graal “ non è altro , nella mia ipotesi ricostruttiva, che l’antico e leggendario Patrimonio Apostolico di custodia al Diacono e Santo Lorenzo, in varie ed identificabili Componenti materiali; sepolto con lui, e poi dal 590 disperso in tutta Europa in funzione evangelizzante da Gregorio Magno; la leggenda medioevale ripercorre questi antichi eventi, secondo tracce di cui invito a cortese lettura dal mio studio.
Ipotesi terrificante, ma reale.  

TI: Possiamo dire che la scoperta del Graal provi senza ombra di dubbio che la storia di Gesù è vera?  

AB: Sì, credo sia riaffermativa delle Verità evangeliche; per questo è sconcertante come la Chiesa di Roma – ripeto, nei suoi organi scientifici  –  si opponga alla sola valutazione dei miei studi. Si valuti in quest’ambito ricostruttivo, ovviamente, il ruolo centrale, nel primo formarsi di un Patrimonio reliquiario oggettuale sacrale cristiano, del primo gruppo Apostolico operante dopo la scomparsa terrena di Gesù di Nazareth; con indicazione, nel mio studio, del ruolo centrale in ciò di Tommaso, l’Apostolo incredulo.  

slorenzo_distruttaTI: Secondo lei la figura del Gesù storico corrisponde con quella religiosa e divina della Chiesa Cattolica? 

AB: Sì.  

TI: Dove è nascosto oggi il Graal rinvenuto a San Lorenzo dall’archeologo Giovanni Battista De Rossi?  

AB: Credo appunto il Graal sia un complesso patrimoniale reliquiario; con una componente materiale di narrazione evangelica Resurrezionale (attualmente preservata in Vaticano da De Rossi, ed irreperibile, al mio stadio informativo) ; una componente connessa all’Ultima Cena (Caliz, a Valencia) ; una componente connessa alla Deposizione (Bute, in Scozia, poi Glastonbury). Ciò, almeno, sino a questo stadio di ricerca, liberamente accessibile in alfredobarbagallo.com, ed in Terra Incognita..  

TI: Cosa rappresenta la scoperta del Calice di Cristo per l’uomo moderno?  

AB: Tutto. Questo patrimonio è l’identità storica europea, e l’identità spirituale occidentale; ed il modesto studioso che scrive ne ha reperito tracce per mera accidentale fortuna. Desidero a questo punto essere di spietata chiarezza. Se perderemo le tracce del Graal, per la scelleratezza e l’incuria di pochi, sarà danno di tutti, e forse per sempre. E dirò ancora di più : il Signore Dio dei Cieli, per chi ci crede, non vuole ciò.  

TI: E’ vero che la Basilica di San Lorenzo Fuori le Mura fu tra i possedimenti dei Cavalieri Templari?  

AB: Ve ne sono tracce praticamente infinite, di carattere iconografico e storico – artistico. Wolfram von Eschenbach, che era un Templare, identifica il Graal nella Pietra lapsit exillis, in realtà, per i miei studi, la Lapide di San Lorenzo; accanto al Calice preservato già da secoli, e poi materialmente reperito in epoca ottocentesca da Giovanni Battista De Rossi.  

TI: Sta lavorando a qualche nuovo progetto? E nel caso ci potrebbe dare qualche piccola anticipazione?  

AB: Sto lottando per difendere la mia ricerca, che una massa documentale ormai imponente rende del tutto plausibile. Prima o poi, ne seguirà pubblicazione completa, ma i dati continuano ad accumularsi; la Basilica di San Lorenzo a Roma è il Manico della Storia.  

TI: C’è altro che vorrebbe dire ai nostri lettori?  

AB: Difendete il Santo Graal. Difendete il Santo Graal. Difendete il Santo Graal. Con ogni forza, con ogni sentimento, con ogni ragione, per tutta la vita.  

Ringraziando Alfredo Barbagallo, ripensai alle mille domande che avrei ancora voluto rivolgergli. Molte avrebbero rischiato di ferire la sensibilità  delle famiglie delle vittime del vile bombardamento americano su Roma ed in particolare sul quartiere San Lorenzo avvenuto durante la Seconda Guerra Mondiale. La notte tra il 18 ed il 19 luglio 1943, lo stesso giorno dell’incendio di Roma del 64 a.C., la Basilica di San Lorenzo Fuori le Mura fu quasi rasa al suolo. E ci sono molti dubbi legittimi che affiorano in proposito. Ma questa è una storia che forse un giorno potremo narrare liberamente raccontando una delle possibili verità.