Recensioni – n.6

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Le recensioni di Terra Incognita, a cura della redazione

Volume 6

Ruggero Marino
L’Uomo che Superò i Confini del Mondo
Sperling & Kupfer, 432 pag.

Se credete fermamente che l’America fu scoperta da un marinaio rozzo e illetterato vi sbagliate di grosso. Cristoforo Colombo era un colto inviato di Papa Innocenzo VIII, forse addirittura suo parente. Infatti, nonostante la damnatio memoriae subita ad opera degli intriganti sovrani spagnoli subito dopo la sua morte, la vera natura di Cristoforo Colombo riemerge intatta. Lo studio ormai ventennale dell’autore Ruggero Marino si discosta questa volta dai precedenti volumi nell’analisi accurata di tutti i viaggi compiuti dal grande navigatore nell’Otro Mundo descritto tra i tanti da Cosma Indicopleuste e forse Marco Polo. Un disegno ben diverso si delinea nell’orizzonte storico: quello di un uomo sorretto da un’elite forse legata ai Templari, ma di certo mossa da un Papa illuminato e cosmopolita, cancellato dalla storia per il suo sogno di pace universale. Un nuovo colpo inferto da Marino alla fiction finora sceneggiata dagli storici di Colombo e della sua epocale “Rotta per le Indie”.

Roberto Volterri
Archeologia dell’Impossibile
Edizioni Eremon, 164 pag.

Quando si parla di “archeologia di frontiera” (o eretica) è naturale assumere un atteggiamento scettico e storcere il naso. Ma, ormai da una decina di anni almeno, questa è sempre più materia per giovani ricercatori che vivono dall’interno la stagnante certezza accademica delle università e desiderano cambiarla. Un professionista che certamente ha fatto da apripista in questo settore è Roberto Volterri. Apprezzato archeologo, cerca nuovamente col suo ultimo libro di indurci a vedere la storia antica sotto un aspetto nuovo. Avevano i nostri antenati una qualche sorta di tecnologia dalla loro parte? Come si spiegano alcuni passi biblici che sembrerebbero confermarlo? Cosa sono le pile di Baghdad e perché gli storici romani parlano di Lumi Eterni? Tanti gli argomenti trattati in questo libro che completa una trilogia assieme ad Archeologia dell’Invisibile e Archeologia dell’Introvabile.  Il tutto ovviamente condito in stile “volterriano” con interessanti approfondimenti ed esperimenti di archeologia sperimentale da cui sarebbe bene attingessero per i loro seminari molti cattedratici ben più blasonati.

Eric Frattini
Il Quinto Comandamento e Il Labirinto d’Acqua
Edizioni il Punto d’Incontro e Nord, 320 e 496 pag.

Due case editrici, due romanzi, due storie (anche se consecutive) ma un solo autore. Eric Frattini torna a pubblicare in Italia dopo il successo dei saggi storici L’Entità e Le Spie del Papa. E lo fa in grande stile. La Roma del Papa si staglia sullo sfondo di un mosaico complicato fatto di omicidi perpetrati nei secoli per difendere un solo tesoro: la fede.  Si tratta di romanzi, è vero, ma sappiate che alcuni degli eventi descritti si ispirano a fatti realmente accaduti e che l’ombra del servizio segreto vaticano si è allungata davvero sulla storia mondiale per oltre cinquecento anni. Archeologia, sacralità e spionaggio si intrecciano in un crescendo che vi terrà col fiato sospeso dalla prima all’ultima pagina. Basti pensare che il primo volume lo abbiamo divorato in poche ore. Il terzo volume è attualmente in cantiere ma su questo, per ora da, noi non saprete davvero nulla.

Giovanni Tomassini
Gli Ultimi Custodi del Tesoro Templare
Edizioni Atanor, 88 pag.

Un nuovo libro sui Templari e sul loro tesoro? Non proprio. Un libro su un mistero che finora era solo leggenda. Che fine fece la colonna di carri fuggita da Parigi nel 1307 all’alba del fatidico giorno che segnò la fine degli orgogliosi monaci guerrieri? Perché si parla insistentemente di un villaggio umbro che nulla pare avere in comune con una simile diceria? E per quale motivo la famiglia Cybo cedette le sue proprietà per acquistare Ferentillo, uno sconosciuto paesino con una altrettanto sconosciuta chiesa colma di simboli massonici? Tomassini percorre le strade del mistero con fare diverso, senza proporre soluzioni ma evidenziando le numerose coincidenze e le stranezze architettoniche e artistiche di una chiesa che ospita un incredibile tesoro ecclesiastico pur essendo assolutamente anonima. E non senza ragione, qui nella valle dei Catari italiani, dove un monastero scompare dagli annali forse per aver dato asilo agli ultimi esuli templari colpevoli di aver sottratto un favoloso tesoro ad un ingordo re francese.

Diego Marin, Erik Schievenin, Luca Bertoncello, Ivan Minella, Stefania Marin
Atlantidi
Edizioni Eremon

Una chicca che abbiamo avuto l’onore di leggere in anteprima. Atlantidi è il risultato della ricerca condotta da un gruppo di giovani ricercatori uniti da un unico scopo: dimostrare scientificamente che le tesi di Hapgood e i miti sul Diluvio corrispondono a realtà. Riuniti sotto il nome di Gruppo Pangea, gli autori di questo brillantissimo saggio cercano di gettare coraggiosamente un ponte tra fede accademica ed eresia archeologica dimostrando, dati alla mano, quanto spesso si sia sbagliato ad etichettare come visionari coloro che cercavano semplicemente una spiegazione plausibile a ciò che ancora spiegato non è. Non parlano mai di semplici appassionati ma sempre di stimati scienziati, provando inequivocabilmente quanto la linea di pensiero sia cambiata per sempre anche in ambito universitario. Un tentativo che va elogiato e sostenuto soprattutto perché giunge da chi ha tutto da perdere e traccia appena adesso il suo cammino accademico. Se saranno questi i professori universitari e gli archeologi di domani, possiamo ben sperare che la storia dell’umanità sarà riesumata dalla tomba nella quale ancora giace con tutti i suoi segreti.

Elio Cadelo
Quando i Romani andavano in America
Palombi Editori, 288 pag.

Esistono molteplici indizi che inducono a ritenere la navigazione antica sottocosta un prodotto del pensiero moderno. In questo arguto saggio Cadelo affronta la spinosa questione dei viaggi oceanici precolombiani mostrando come i Romani fossero abili navigatori e quali corrispondenze letterarie ed archeologiche provino verosimilmente un loro approdo sulle coste americane. La presenza di mais, ananas o tabacco in Europa molto tempo prima del 1492 non lasciano spazio ai dubbi. Molto interessanti sono poi le spiegazioni fornite sulle tecniche adoperate dai navigatori antichi in mare aperto e sulle loro conoscenze astronomiche e geografiche. Un volume che è certamente un prezioso contributo allo studio della “Cartografia Impossibile” che ispirò Colombo e ossessionò Charles H. Hapgood in epoche diverse. Ma anche uno stimolante diversivo per evadere da molti pedanti volumi e semplici elenchi di nomi e date.

Stefania Auci
Hidden in the dark
0111 edizioni, 66 pag.

“Hidden in the Dark”, è una raccolta narrativa, nonché opera prima della giovane e promettente scrittrice Stefania Auci.
Il libro, edito nella collana “Rosso Cuore” della 0111 Edizioni, ha già riscosso significativi apprezzamenti di pubblico e di critica, collocandosi a pieno titolo nel “novero” delle migliori pubblicazioni “paranormal” degli ultimi tempi.
La Auci descrive situazioni e sentimenti utilizzando un ricco campionario dinamico, uno stile scorrevole ed originale, e un tocco di calore italico assai singolare per il “genere” e pressoché introvabile nelle pagine dei suoi illustri colleghi anglosassoni.
La psicologia dei personaggi è cesellata “al rasoio”, i caratteri femminili sono tratteggiati con passione e sensibilità e l’aderenza ai luoghi è sempre resa magistralmente.
Ci sembra persino di respirare gli odori della narrazione; come pare che, leggendo, ci risuonino nelle orecchie suggestive melodie di Rachmaninov o Gershwin, compositori entrambi molto cari all’autrice.
I racconti della raccolta sono 3 ed hanno un unico filo conduttore che fa capo ai due protagonisti maschili e a una precisa “location”, Moray Place (Scozia).
I vampiri Samuel ed Oliver tessono le loro diaboliche trame in epoche differenti, nei vicoli di un’Edimburgo cangiante ed immota al contempo, ricca di inquietanti archetipi, osservatrice silenziosa di riti arcani e feroci.
Carismatici e amorali, i personaggi vampirici della Auci si fanno portavoci d’un fascino perverso e dannato, in una dimensione spazio-temporale vaga, dove il confine tra il piacere e il dolore, tra la sensualità e l’orrore, sono altrettanto vaghi ed ineffabili.
Insomma, 3 “dark stories” tutte da godere, in cui la “luce” è rappresentata dall’indiscutibile talento della giovane scrittrice trapanese. Tre gioielli narrativi che irrompono nella sensibilità del lettore, con l’incisività di un lampo. Tre punte di diamante che arrivano a scalfire i muri d’una letteratura “nostrana” ormai statica e priva di idee, castrata da scelte editoriali scriteriate e balorde, in cui pare non esistere più spazio per l’“ars narrandi”, ma solo per gli interessi e le logiche di mercato.
In questo prezioso libricino, molto grazioso anche nella sua veste editoriale, di “arte del narrare” ce n’è davvero da vendere. Una vera “chicca” per gli appassionati del genere e per chiunque abbia a cuore la “buona” lettura.