Parole-chiave: passione, sincerità, ricerca. Recensione del libro “Ghost Hunter” degli HB

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La Eremon edizioni ha da poco pubblicato il libro “Ghost Hunter”, scritto dagli Hunter Brothers. Un volume che in poche settimane è già andato a ruba. Questa è una puntuale recensione a firma della direttrice del Forum di Terra Incognita “Home Base – The Box”

di Debora Avola (Supernova 82)

recensione debhbSi era alla ricerca di un tesoro che mettesse insieme tanti elementi, che per un uomo sono valori fondamentali; la ricerca per l’ignoto, la fede in quello che nasce,  a un tratto,  e che genera  la scintilla buona  per quel meccanismo che vibra nell’uomo chiamato passione e la possibilità, al contempo, di condividere questa passione con le persone che si amano. Coi propri fratelli, con gli amici più cari. Scoprire che, anche loro, per un motivo del tutto sconosciuto a quello proprio, sono immancabilmente attratti dallo stesso sentiero  e dal bivio, quello che a un certo punto della propria maturazione individuale si presenta come una possibilità inevitabile e ti chiede di scegliere;  proseguire per la non consapevolezza e per come si è sempre vissuto o, in alternativa, scegliere la più difficile delle strade: quella dell’osservazione. Nasce da qui la necessità di un gruppo di ricercatori, forse per caso o per vocazione innata, di unire il proprio cammino alla scoperta di questo nuovo mondo. Un mondo che è sempre stato ed è davanti agli occhi di tutti ma che, fino a quando non si sintonizza il proprio pensiero sulla giusta frequenza, sfugge come un soffio di vento contrario nel vento stesso.
Quello che trasuda dal manuale “Ghost Hunter”, scritto dagli Hunter Brothers ed edito dalla casa editrice Eremon, sono tredici anni di passione per questo cammino, di amicizia e affetto, di complicità e sostegno tra ciascun membro del gruppo. E per questa caratteristica la libertà che, al contempo, ognuno di loro ha sempre avuto, avendo modo di esprimere e di approfondire in maniera del tutto personale le ricerche sul ghost hunting e sulle anomalie che comunemente rientrano nell’inspiegabile. Ciascuno di loro in questo team ha una voce, ciascuno si esprime con le proprie conoscenze e per questo sceglie di fonderle insieme  a quelle degli altri membri,  dando vita a una cellula perfettamente funzionante, in armonia con lo scopo che li ha condotti sino ad oggi.  Una cellula che si è allargata man mano, sino agli attuali nove membri che operano incessantemente, attraverso uno stimolo che parte, innanzi tutto, da loro stessi e dall’amicizia che li lega e li sostiene.
Questo manuale è una conseguenza vitale di tutto quello che gli Hunter Brothers hanno accumulato nel tempo; esperienze, conoscenza, ricordi che sono affiorati man mano che le parole venivano a comporre l’opera, grazie all’apporto fondamentale di Petra Cheng Romani che si è prestata come voce fuori campo. E’ stato necessario che fosse lei a farlo, che raccontasse e tenesse il filo di questa importante raccolta di esperienze perché, se ciascuno di loro avesse avuto la possibilità di concedersi del tutto attraverso le parole scritte, ogni voce sull’intera esperienza Hunter Brothers  avrebbe dato luogo ad un volume enorme. C’è troppa ricchezza da tramandare, troppa per doversi limitare.
Poiché lo scopo non era quello di essere prolissi o di apparire sofisticati secondo fini poco in linea con quello che gli Hunter Brothers hanno maturato nel tempo, optando per questa soluzione, sono riusciti a “farsi raccontare”  dando sé stessi a coloro che avessero desiderio di comprendere l’esperienza del ghost hunting  genuino secondo una valida chiave di lettura, che fornisse gli elementi vincenti per portare avanti un team funzionante, ripeto, come una cellula avente vita propria. Inoltre, il manuale, che si divide in due parti, una teorica e tecnica e una pratica, è ricco di momenti in cui Sandro e Pasquale Minerva e Roberto Giancaterina si raccontano in prima persona,  spiegando al contempo le tecniche da loro utilizzate, con particolare risalto per la fotografia e per l’utilizzo della termocamera, come anche per la microcamera, la bussola, l’utilizzo dei softwares, il metal detector e altra strumentazione fondamentale presente di cui si spiegano gli scopi di utilizzo in una sezione dedicata e completa non mancando, inoltre, di menzionarla nella parte relativa alle indagini.
La seconda parte è dedicata, per l’appunto, ad una selezione di indagini salienti che hanno affrontato nel corso del tempo e che hanno volutamente inserito per fornire sia una raccolta di tappe interessanti, cariche di storia e di contenuti, che di momenti di vita vissuta insieme.  Non sempre attraverso la ricerca si ottengono gli esiti sperati,  ma il non demordere li ha condotti ad acquisire conoscenza e a giungere, sul campo, a momenti che hanno lasciato loro un brivido davanti a certi fatti inspiegabili e che li ha spinti proseguire ancora e ancora, giungendo così ad ampliare la loro strumentazione, a studiare insieme e individualmente, senza perdere mai lo stimolo e quel fondamentale filo che li unisce. Hanno trovato la giusta impostazione per non perdersi in questo cammino e, per questo motivo, vogliono trasmetterlo sia ai neofiti che agli addetti ai lavori,  regalando una regola fondamentale, il tesoro di cui vi ho anticipato all’inizio e che spesso molti sottovalutano mirando ad altri obiettivi, ben lontani dallo spirito della ricerca e del  ghost hunting genuino.
Non a caso il libro in tre settimane è arrivato alla terza ristampa vendendo più di tremila copie;  anche in questa serie di “tre” ripetuti ci sarebbe da indagare,  concludendo con un velo di mistero e di ironia.