L’energia delle forme

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Estratto del capitolo 4 del libro “La molteplicità dell’uno” scritto da Alessandro Marcon.

Un barlume di luce ci può venire dalle ricerche che alcuni scienziati meno ortodossi hanno compiuto sulle Piramidi. Alcuni ricercatori hanno costruito un modello in scala della Piramide di Cheope, che chiunque può costruire vendo come riferimento la quadratura del cerchio, problema che ha occupato per molto tempo la mente dei matematici e che consiste nel trovare un quadrato che rispondesse alle stesse regole geometriche del cerchio. La soluzione ottimale, fu data dalla forma piramidale e dalla Piramide di Cheope in particolare. Infatti in quest’ultima il rapporto fra l’altezza e il perimetro di base è simile a quello che si ha fra il raggio e la circonferenza. Per cui il rapporto C = 2[r è dato, nel caso della piramide, da: P = 2[h. Applicando questa semplice formula sarà facile per chiunque costruire una piramide sperimentale avente le giuste proporzioni. Potranno così essere eseguiti in casa, con una piramide fatta artigianalmente, alcuni esperimenti. La piramide potrà essere costruita con qualsiasi materiale che non contenga elementi metallici, metallo che non dovrà essere presente neanche nelle immediate vicinanze, come deve essere anche abbastanza lontana da influenze esercitate da campi magnetici o elettromagnetici come radio, televisori o qualsiasi apparecchio elettrico che possa influire sul campo energetico generato dalla sua forma.
Vediamo ora quali esperimenti sono stati condotti e quali i risultati conseguiti.
Una volta orientato perfettamente un suo lato verso Nord, si potranno eseguire in casa semplici esperimenti come rifare il filo alle lamette oppure mummificare piccole parti di materiale biologico.
Uno di questi esperimenti può essere quello di prendere una comune lametta da barba, che ha perso la sua affilatura, e porla per una notte sotto alla piramide. Vedrete che, sorprendentemente, la mattina dopo avrà riacquistato il suo filo. Un evidente effetto fisico ottenuto senza l’applicazione d’alcuna forza meccanica. Cosa è successo? Evidentemente la lametta ha riacquistato la sua perduta strutturazione grazie all’intervento di una qualche energia che ne ha ricostituito l’allineamento molecolare. E’ stata cioè 58 ricostruita e riordinata la struttura cristallina costituente il filo della lama, grazie evidentemente all’intervento di, per ora non meglio specificabili, energie che hanno agito lungo le linee di forza, le stesse linee che erano alla base della struttura originaria e sulle quali si sviluppa e cresce tutta la materia.
E’ stato eseguito un esperimento in cui si è voluto dimostrare che non era la forma piramidale a causare la rigenerazione del filo delle lamette, ma bastava semplicemente orientarle verso il Nord magnetico per ottenere lo stesso effetto. Con questo esperimento hanno semplicemente dimostrato l’esistenza di correnti energetiche che influiscono sul filo cristallino delle lamette. Nessuno ha mai voluto affermare che la Piramide creasse dal nulla un qualche tipo di forza sconosciuta in quanto niente si può generare dal nulla, ma vi deve essere sempre e comunque una qualsiasi forma di energia preesistente che possa condurre ad un effetto. La forma piramidale è solo un amplificatore di queste forze. Infatti lo stesso esperimento condotto dentro una piramide ottiene il medesimo effetto per un periodo molto più lungo, che può giungere anche fino ad un anno per una singola lametta.
Ho eseguito personalmente l’esperimento con una confezione di lamette bilama usate. Orientandole semplicemente verso il Nord magnetico hanno mantenuto il loro filo per circa un mese dopodichè erano inutilizzabili. Le stesse lamette poste sotto alla piramide hanno riacquistato il filo e le sto ancora usando dopo oltre 5 anni dall’inizio dell’esperimento.
D’altronde, avendo subito degli effetti anche frutti e materiali biologici posti dentro la struttura, se dipendesse esclusivamente dall’orientamento, non si capisce come si potrebbe orientare un frutto verso il Nord!
Esperimenti eseguiti in laboratorio, hanno dimostrato come la forma piramidale rallenti in modo notevole la precipitazione delle sostanze colloidali nelle cellule, responsabili dei processi d’invecchiamento. E’ stata inoltre riscontrata un’assenza, o comunque un notevole rallentamento, dell’attività batterica all’interno della piramide; le persone malate o ferite poste al suo interno riducevano notevolmente il loro periodo di convalescenza, mentre erano nel contempo stimolati i processi rigenerativi delle cellule. Si è insomma riscontrato nei molti casi studiati, la presenza di una non meglio identificata attività energetica che influiva 59 significativamente sui processi naturali, modificandone il naturale decorso.
Aggiungendo al riscontro di questa casistica fenomenologica il fatto che la piramide provoca questi fenomeni grazie alla sua precisa e predeterminata forma, al preciso orientamento e a particolari ed eccezionali modalità di costruzione, appare improbabile, se non impossibile, che tale opera sia stata eseguita dagli antichi egizi.
Sarebbe altresì un opera eseguita da una civiltà precedente, della quale gli egiziani erano depositari solo di una minima parte del loro sapere, una civiltà che aveva precise ed approfondite cognizioni su come agiscono le energie cosmiche e come potevano essere sfruttare.
Ma quali sono queste energie e come le sfruttavano?