Un salto nell’aldilà per la scienza

4993

Intervista allo studioso Carlo M. Trajna, autore degli splendidi libri “Ignoto chiama uomo” e “Il modello psicotemporale”.

di Alessandro Moriccioni

Qualche tempo fa, in un documentario realizzato dall’amico Michele Rossi, presentatore di “Aspettando Voyager”, sentii affermare da un membro del CICAP che se si fosse riusciti a spiegare con formule matematiche e a replicare i cosiddetti fenomeni paranormali legati agli spettri e alla psicofonia (o metafonia: registrazione di suoni appartenenti ai defunti), si sarebbe potuto affermare senz’ombra di dubbio che questi eventi esistono.
Eppure è dal lontano 1980, anno di pubblicazione del volume di Carlo M. Trajna, “Ignoto chiama Uomo”, che le formule e gli esperimenti di laboratorio sono a disposizione dei ricercatori.
Persino papa Pio XII avrebbe affermato, in riferimento agli esperimenti di psicofonia realizzati dai ricercatori, che: “L’esistenza di queste voci è un fatto rigorosamente scientifico. Questo esperimento potrebbe divenire la pietra angolare di un edificio per gli studi scientifici che rafforzerà la fede della gente nell’Aldilà”.
Eppure la scienza li ignora tutt’oggi. Non stiamo affatto parlando di medium o sedute spiritiche, sebbene un pool di scienziati abbia recentemente dimostrato che tali fatti, eseguiti in particolari situazioni controllate, possono produrre effetti inspiegabili come documentato nel libro “Le Prove Scientifiche della Vita Oltre la Morte”. Né di tesi sulla reincarnazione, comunque comprovate anch’esse da studi realizzati in alcune strutture psichiatriche americane da Stevenson, Tucker e Newton tra gli anni ’60 e i primi anno del 2000.
Ma ci riferiamo a dati raccolti con l’ausilio di macchinari complessi e ad alta precisione. “Le macchine non mentono” si dice spesso, ed i risultati raccolti da Trajna, attraverso i suoi strumenti, sembrerebbero delineare orizzonti scientifici assolutamente genuini.
Della cosa si è occupato anche l’archeologo Roberto Volterri; come lui stesso ci ha confermato. Ma preferisco lasciare la parola al ricercatore Carlo M. Trajna che in un’intervista rilasciataci pochi mesi fa ha spiegato il suo lavoro di “scienziato eretico” in bilico tra i postulati matematici del suo “Modello Psicotemporale” ed una cieca fede nell’esistenza di un canale di comunicazione tra noi ed una sconosciuta dimensione parallela.

Terra Incognita: Cominciamo parlando di lei. Chi è l’ing. Carlo M.Trajna? 

Carlo M. Trajna: Bella domanda. E’ una vita che cerco di capirlo. Ma lei intende il cosiddetto curriculum. Bene, sarà un po’ noioso perché è piuttosto lungo, come lunga è stata questa mia attuale esperienza terrestre. Glielo leggo.
Sono nato a Firenze nel 1922. Durante la seconda guerra mondiale sono stato ufficiale pilota in servizio permanente effettivo. Dopo la guerra mi laureai in ingegneria e esercitai a Firenze la libera professione sino al 1992.
Sin dalla giovinezza mi sono dedicato a ricerche e studi sui fenomeni paranormali. Ho fatto parte del gruppo di ricerca del Centro Studi Paranormali di Bologna. Sono stato sin dalla fondazione direttore scientifico e poi vicepresidente della Associazione Italiana Studi Psicofonici, membro della Associazione Parapsicologi Italiani. Fui socio fondatore e direttore scientifico dell’Istituto Studi Parapsicologici di Firenze, socio dell’Istituto GNOSIS di Napoli e socio onorario dell’Istituto Atlantide di Firenze.
Sono stato relatore in molti convegni di parapsicologia in Italia e all’estero, e in particolare a tutti i congressi di Arezzo. Ho tenuto numerose conferenze e trasmissioni radio e TV. Dal 1980 al 1996 sono stato titolare della rubrica di psicofonia del Giornale dei Misteri. Ho ideato metodi per l’apprendimento subliminale ed extrasensoriale, e effettuato esperimenti e studi particolari nel campo della psicofonia. Basta, penso d’averla punita abbastanza per la sua domanda. Oggi sono in pensione, dal 1992 risiedo a Lucca, che è una bellissima città, in attesa di tornare nella dimensione da cui partii tanto tempo fa.

TI: Ho letto nel suo libro “Ignoto chiama Uomo” edito nel 1980 che la sua singolare ricerca deriva da esperienze personali. Può parlarcene?

C.M.T.: Io ho avuto numerose esperienze paranormali nella giovinezza. La cosiddetta “esperienza in punto di morte” e numerosi viaggi spontanei nel cosiddetto “Piano astrale”. Anche il mio “Modello Psicotemporale” è stato una esperienza paranormale. Rileggendo ogni giorno quel che avevo scritto il giorno prima, duravo fatica a capirlo.
Ma la mia vocazione di ricercatore si è rivelata all’età di cinque anni. Nutrendo serissimi dubbi circa la possibilità, per una vecchietta, di scendere nella mia cucina, la notte sul cinque gennaio riuscii a rimanere sveglio fino alla mezzanotte, e irruppi in cucina cogliendo in flagrante i miei genitori nell’atto di appendere i regali. Mio padre mi dette allora la più bella lezione della mia vita. Bene, mi disse, ora che hai scoperto che la Befana non esiste, non avrai più regali. E infatti una ricerca come la mia, regali materiali non ne offre davvero. Neppure una cattedra nelle nostre Università.
Ho sempre cercato di capire che senso abbia la nostra vita. Gli antichi documenti sui quali si fondano le religioni non mi sono mai sembrati una fonte sicura di conoscenza. La fede è una grazia che non ho ricevuta, e perciò non ho mai creduto nel peccato originale, iscritto addirittura nel DNA di Adamo, per colpa sua e di Eva. Per fortuna i miei genitori mi hanno battezzato, come per fortuna è abitudine, senza chiedere il mio consenso, e quindi non ho avuto preoccupazioni in merito. Poi a proposito di colpe, vere o immaginarie, Sigmund Freud mi ha insegnato che il miglior metodo per sottomettere il prossimo consiste nel dargli un bel complesso di colpa, e ho capito molte cose.

TI: In cosa consiste la sua ricerca?

C.M.T.: Probabilmente per quella deformazione che è tipica della mia professione, la quale utilizza a fini pratici le conoscenze scientifiche, e per l’esperienza di laboratorio fatta come assistente volontario di Topografia e costruzioni stradali alla Facoltà di Architettura della Università di Firenze, nel corso della quale eseguivo prove sui materiali da costruzione con apposite apparecchiature, i reperti psicofonici paranormali mi sono apparsi come vero e proprio “materiale“ fisico utilizzabile in sperimentazioni di laboratorio. Così stando le cose, il metodo galileiano (sensata esperienza e matematiche dimostrazioni) mi è parso adatto alla mia ricerca.

TI: Il suo secondo libro “Il Modello Psicotemporale” è un vero e proprio testo matematico scientifico atto a dimostrare la replicabilità e la realtà dei fenomeni paranormali, in primis della psicofonia, ovvero la possibilità di captare e registrare le voci eteree.
Come nasce questa idea ?

C.M.T.: Nell’aprile del 1919 Einstein ricevette una lettera dal matematico Theodor Kaluza dell’Università di Koenisberg in Germania. In questa lettera Kaluza univa la teoria della gravità di Einstein alla teoria della luce di Maxwell in una teoria unica nell’ambito di un campo pentadimensionale, introducendo la QUINTA DIMENSIONE, vale a dire ipotizzando l’esistenza di QUATTRO DIMENSIONI SPAZIALI anziché di tre e della dimensione temporale fisica. In tal modo riusciva a realizzare una formulazione matematica unica per la gravità e per la luce.
Nel 1926 il matematico Oscar Klein fece diverse modifiche alla teoria, che venne così chiamata teoria di Kaluza-Klein.
Questa teoria non era a mia conoscenza nel 1992, quando formulai la teoria dell’onda psicotemporale.
Nonostante questa mia ignoranza – e ciò conferma la mia opinione, che una teoria sul paranormale è anch’essa un fenomeno paranormale (e qualcuno infine dirà che lo sono anch’io, paranormale, come fu Sordi in un celebre film, e come lo sono probabilmente tanti miei cari amici che lo studiano) – introdussi anch’io nella teoria una QUINTA DIMENSIONE, e precisamente una DIMENSIONE TEMPORALE SUPPLEMENTARE, il tempo psichico (che può differenziarsi dal tempo fisico) e riuscii a spiegare unitariamente, in tal modo, tutti i fenomeni cosiddetti paranormali: sia gli extrasensoriali (ESP) che i cosiddetti psicocinetici (PK), cioè agenti direttamente sulla materia senza intermediari, e come dimostra la teoria chiaramente annidati, sia gli uni che gli altri, nei normali meccanismi sensoriali e motori. Mentre però la quarta dimensione spaziale è una semplice ipotesi teorica ancora da verificare sperimentalmente, il tempo psichico è una realtà psichica da tutti sperimentata e sperimentabile, così come vuole il metodo galileiano (sensata esperienza e matematiche dimostrazioni).
E tenendo conto sia della necessità di un osservatore, sia del fatto che le leggi matematiche che esprimono il comportamento della materia possono essere concepite come rappresentanti lo psichismo insito nella materia, è lecito ritenere che una componente psichica sia presente anche nella teoria di Einstein.

TI: Qual è secondo lei l’origine di questi fenomeni acustici?

C.M.T.: L’origine è senz’altro psichica, generalmente sono prodotti da disincarnati o da mai incarnati, e talvolta anche da viventi, che producono inconsciamente il fenomeno. Io sono riuscito a produrlo, qualche volta, volontariamente.

TI: E’ possibile fare la stessa cosa con le immagini?

C.M.T.: Se intende parlare di immagini paranormali sullo schermo di un televisore, è da molti anni che si producono. Questo fenomeno ha preso il nome di PSICOVISIONE. E’ capitato qualche volta anche a me.

TI: Con la nascita dei nuovi sistemi digitali ha ancora senso questa ricerca?

C.M.T.: I nuovi sistemi digitali saranno utilissimi per questa ricerca. Due miei carissimi amici, valentissimi ricercatori del Laboratorio Interdisciplinare di Ricerca Biopsicocibernetica di Bologna (diretto da un altro mio carissimo amico, il Prof. Enrico Marabini), e precisamente Paolo Presi e Daniele Gullà, se ne servono da tempo con ottimi risultati.

TI: Come si può sperimentare in base al Modello psicotemporale?

C.M.T.: Chiunque può ottenere contatti con dimensioni post mortem tramite fenomeni psicofonici, poiché la formazione della psicoportante radio prevista dal Modello Psicotemporale non si affida a capacità medianiche di un singolo sperimentatore, né a particolari apparecchiature concordate con i responsabili, nell’Aldilà, di varie manifestazioni paranormali. L’esperienza mi ha dimostrato che manipolando una quinta dimensione costituita dal tempo psichico, cioè dal tempo interiore, gli operatori in numero di quattro o multiplo di quattro divengono capaci di trasformare le loro energie psichiche nella manifestazione energetica fisica costituita da una portante radio, e che l’identico processo viene attuato da sedicenti “medium” operanti nelle dimensioni non fisiche. Insieme con i tanti “riconoscimenti” dei comunicanti, questa circostanza rappresenta peraltro una chiara dimostrazione della identità fra “noi” qui e “loro” là. Tutto ciò, sono certo, difficilmente potrà scalfire le opinioni materialiste, perché esse rappresentano un non voluto e paradossale sottoprodotto delle religioni, stante che i concetti di premio o castigo dei comportamenti umani producono in alcuni un comportamento etico che li nobilita facendone a meno.
Spiacente, ma quanto all’esperimento mi corre l’obbligo di essere terribilmente pignolo e preciso.
Occorrono quattro operatori, e una apparecchiatura che consiste in un radioricevitore per frequenze SW (onde corte) sino a 30 Mhz e in un registratore a cassette, posti entrambi su un tavolino a portata di mano di un operatore. Inoltre, nella versione “visiva”,occorre un pendolo oscillante, costituito da una lampadina tascabile accesa e legata a un filo di nylon lungo 70 cm.
Gli operatori possono essere anche in numero maggiore , a condizione che sia multiplo di quattro, ma in tal caso il loro gruppo sarà sistemato opportunamente, in modo diverso da quello che qui di seguito verrà descritto.
La prima esperienza fu condotta con 4 operatori e le successive con 16, ma quel che conta è che i risultati furono ugualmente positivi. Dato il via alla registrazione su una cassetta da 120 minuti, si accenda il radioricevitore e lo si sintonizzi su una frequenza compresa fra 27 e 30 Mhz priva di emittenti, col solo rumore bianco (noise). Poi si metta in moto il pendolo con la lampadina tascabile accesa, che i quattro operatori contempleranno comodamente seduti su quattro sedie affiancate (o meglio su un divano) a due metri di distanza dal pendolo.
La luce ambientale dovrà essere limitata, se di giorno, a quella poca che filtra dalle finestre chiuse, e se di notte, a quella emessa dal radioricevitore.
L’unica difficoltà può presentarsi nel come sistemare il pendolo in modo che la lampada oscilli liberamente, a livello degli occhi degli operatori, in un piano verticale e normale ai loro immaginari raggi visivi. Ad esempio, può servire una piantana portalampade, oppure un appendiabiti.
Se si manifesteranno delle voci cosiddette paranormali, si potrà dialogare con loro e il tutto potrà essere successivamente riascoltato dal registratore.
La versione “auditiva” dell’esperimento è identica, salvo che in luogo del pendolo luminoso si impiega , posto sul tavolino con gli altri apparecchi, un comune metronomo per musicisti, fissato su 84 oscillazioni al minuto secondo.

TI: Cosa sono i fenomeni paranormali, allora?

C.M.T.: A mio parere sono quei fenomeni che dimostrano che l’uomo rappresenta la manifestazione di un essere spirituale sul piano fisico.

TI: E’ stato più volte affermato che le sue tesi diverranno in futuro un classico e un punto di riferimento fondamentale per i ricercatori applicati in questo campo. Lei ha mai nutrito dubbi in tutti questi anni sulla genuinità dei risultati ottenuti?

C.M.T.: Dubbi? E come no? I dubbi sono il pane quotidiano della ricerca. Ma sino ad oggi li ho potuti sempre superare con successo.

TI: E’ mai stato osteggiato da qualcuno in questi lunghi anni di ricerca?

C.M.T.: Mai. Anzi sempre incoraggiato, ovviamente da chi la condivideva.

TI: Perché la parola “parapsicologia” ancora oggi fa sorridere?

C.M.T.: Conosce quel famoso detto latino che dice “Risus abundat in ore stultorum” (il riso abbonda in bocca agli sciocchi) ?

TI: Cosa pensa della posizione assolutamente scettica del CICAP capeggiato da Piero Angela?

C.M.T.: Il CICAP è utilissimo nel combattere e smascherare i tanti imbroglioni che prosperano nel campo del falso paranormale a scopo di lucro. La “posizione assolutamente scettica” costituisce un eccesso, è vero, ma sono convinto che l’onestà scientifica a poco a poco l’attenuerà. Nel frattempo costituirà un incentivo all’affinamento delle tecniche di ricerca del paranormale. Se poi fra loro ci sono dei materialisti, purtroppo hanno un grave svantaggio. Se hanno torto, lo sapranno. Se hanno ragione, non lo sapranno mai.

TI: Come ha reagito la comunità scientifica estera alla pubblicazione del volume “Il Modello Psicotemporale” in lingua inglese?

C.M.T.: Il prof. David Fontana, Presidente della SPR (Società per la ricerca psichica inglese , a proposito delle ricerche sulla Transcomunicazione strumentale (TCS) ha espresso sul sottoscritto il seguente giudizio:“Nota 19- Carlo Trajna, di Firenze, altro noto sperimentatore italiano nel campo della TCS. Di grande importanza è la sua pubblicazione Il modello psicotemporale, ed. Gnosis, Napoli 1992”

TI: Inevitabile chiederle un parere su Gustavo Rol.

C.M.T.: Era una persona superdotata. Nessuno ha potuto dimostrare che truccava..

TI: Sta lavorando a qualche nuovo progetto? Ed in tal caso ci potrebbe dare qualche piccola anticipazione?

C.M.T.: No, proseguo i contatti con i miei interlocutori dell’Altra dimensione, per proseguire quell’iter scolastico che a detta loro è la ragione della mia permanenza sulla Terra.

TI: C’è altro che vorrebbe dire ai nostri lettori?

C.M.T.: Si, vorrei in primo luogo rendere omaggio alla memoria di Guglielmo Marconi, il quale con l’invenzione della radio non solo dimostrò che le onde elettromagnetiche erano il miglior supporto per l’intercomunicazione fra gli uomini, ma ci ha offerto la possibilità di intercomunicazione fra i vari piani di un Universo permeato ovunque di luce. Nel mio libro “Ignoto chiama Uomo” (Ed Salani, Firenze, 1980, che ebbe il Premio Nostradamus) scrissi (pag.82) che Guglielmo Marconi si era dedicato alla ricerca della possibilità di prendere contatto col mondo spirituale, mediante le onde hertziane. La Signora Gabriella Belisario Marconi, sua nipote, mi ha confermato che il grande inventore ne aveva fatto cenno in scritti familiari. In secondo luogo vorrei far conoscere l’opinione dei comunicanti sul motivo della nostra presenza sulla Terra. Nei piani di esistenza non fisici l’intercomunicazione è puramente telepatica. Solo nell’incarnazione sorge la necessità della parola, pronunziata o scritta, per comunicare, e dunque solo grazie all’incarnazione diviene possibile l’espressione di qualunque contenuto psichico in parole, numeri e simboli matematici, e quindi conoscere le leggi dell’Universo.
Ergo: L’ESPERIENZA TERRESTRE E’ FONDAMENTALE PER L’EVOLUZIONE SPIRITUALE.