Piazza del Popolo e la tomba di Nerone

Piazza del Popolo è uno dei luoghi più celebri della capitale, ma da dove prende il suo nome?

di Walter Astori

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A piazza del Popolo, di fronte alle chiese “gemelle” sorge la chiesa di Santa Maria del Popolo. Relativamente all’etimologia del nome “Popolo” gli studiosi hanno proposto diverse interessanti teorie.
Secondo l’opinione di molti il nome deriverebbe dall’epoca imperiale, quando Nerone fece piantare in quella zona un boschetto di pioppi. Il nome “Popolo” deriverebbe quindi dal latino popolus, ovvero pioppo. Alcuni però obiettano che il pioppo non era ancora conosciuto a Roma all’epoca di Nerone.
Nei secoli si diffuse un’altra teoria, più folcloristica, sempre legata a Nerone. Secondo i racconti medievali, l’imperatore fu sepolto al centro della piazza ed in suo ricordo era stato piantato un albero di noce. Le ossa di Nerone attiravano spiriti e demoni che, nel corso della notte, spaventavano i romani residenti nei paraggi.
La zona era considerata dannata e quando il flagello divenne intollerabile il popolo chiese aiuto al Papa. Era il 1099, il Pontefice Pasquale II prescrisse come misura curativa tre giorni di digiuno. Egli si ritirò a pregare in clausura e durante una veglia gli apparve la Madonna che gli suggerì la soluzione: l’unico modo per liberare la zona dai demoni era abbattere il noce, disseppellire Nerone, bruciare le ossa e disperderle nel Tevere.
La terza domenica dopo i tre giorni di digiuno Pasquale II fece quanto suggerito dalla Vergine, liberando per sempre la piazza dagli spiriti demoniaci. Su richiesta del popolo, dove prima sorgeva l’albero di noce, sorse una cappella commemorativa dedicata a Maria.
Nel 1472 Papa Sisto V la sostituì con l’attuale chiesa, che prese il nome di Santa Maria del Popolo (dal latino populus = popolo) in ricordo della volontà del popolo che si era prodigato per avere un santuario che ricordasse l’allontanamento dei demoni.
Curioso anacronismo sull’arco che sovrasta l’altare maggiore: in uno dei bassorilievi é ritratto Papa Pasquale II che abbatte l’albero di noce circondato dalle guardie svizzere, nonostante la Guardia Svizzera sia stato istituita solo 400 anni dopo, nel 1505.