Se amate gli antri oscuri e gli abissi infiniti, non solo della storia, è il momento di calarsi nei recessi del nostro pianeta con gli amici del Progetto UNEX. Archeologia e speleologia insieme per risolvere i grandi enigmi della storia. Un nuovo appuntamento col mistero da non perdere!
Di Team UNEX (www.facebook.com/UNEXproject)
Chi di voi cari lettori di “Terra Incognita” sa quali sono le fobie più comuni dell’uomo? Ho letto di recente, su un noto quotidiano, di una ricerca che le elencava più o meno in questo ordine: aracnofobia (orrore per i ragni), claustrofobia (terrore degli spazi chiusi), nictofobia (paura del buio) e acrofobia (timore dell’altezza). Anch’io da adolescente ne avevo molte di queste, ma senza saperlo ne possedevo inconsciamente la soluzione: poiché ho una grande curiosità, spirito d’avventura e un pizzico di sana pazzia. Fu così che un giorno mi fu chiesto di partecipare ad una serata conoscitiva della sezione CAI della mia città, nel corso della quale era prevista una presentazione, con proiezioni di immagini, della sezione speleologica. Grotte per intenderci, ambientazioni ipogee naturali. La curiosità di avvicinarmi a quel mondo sotterraneo (fatto di buio, ambienti talvolta ampissimi, talvolta a misura di volpe, luoghi pieni di insetti ed inesorabili discese nel ventre della terra), alimentava dentro di me, ogni momento di più, la voglia di vincere le mie paure. Soprattutto se la contropartita era la possibilità di vedere con i miei occhi quelle bellissime immagini che stavano proiettando. Fu così che aderii con un gruppo di amici a un corso che ci abilitasse alla “professione” di speleologo a tutti gli effetti, e fu a seguito del conseguimento di tale qualifica che ci venne in mente la creazione di una organizzazione “autonoma e parallela” rispetto al mondo speleo propriamente detto. Un gruppo che uscisse dal seminato della speleologia tradizionale e che si dedicasse anche alle cavità ipogee artificiali: nasceva il progetto UNEX.
“UNderground EXploration Project”, ovvero progetto esplorazione sotterranei: UNEX Project.
Con questo acronimo si conferisce un nome ad un ideale, quello teso alla massima valorizzazione del nostro patrimonio ipogeo (sia esso naturale o artificiale) attraverso l’esplorazione, lo studio, il reperimento e la produzione di documentazione, il rilievo sul campo. Su cosa si focalizza dunque il nostro progetto? In sintesi, riguarda tutto ciò che merita di essere esplorato, studiato, documentato, purché sia situato al di sotto del luogo ove la maggior parte della gente cammina ogni giorno. L’uomo vive sulla terra, ma noi preferiamo addentrarci nella terra, come nel noto romanzo di Jules Verne del 1864, Viaggio al centro della Terra nel quale si cerca di ricostruire la storia essendone completamente immersi. Tra i maggiori ambiti di interesse del progetto UNEX spiccano dunque le cavità naturali, la loro speleogenesi, la loro esplorazione e rilievo, lo studio di eventuali reperti fossili e mineralogici che vi si possono trovare esplorandone ogni più piccolo anfratto; ma anche cavità naturali adattate a scopi antropici come le miniere dismesse, nelle quali è ancora possibile rilevare la presenza dell’uomo in un passato più o meno lontano: carrelli, traversini, binari ed attrezzi da scavo. Entrare in una miniera abbandonata è come tornare indietro nel tempo, un tempo lontano ma così vivido e presente con le tracce che perdurano negli ambienti esplorati, nei quali è possibile immaginare (senza nemmeno troppo sforzo) le dure e precarie condizioni a cui erano sottoposti i minatori durante le lunghe ore di lavoro. E ancora, bunker sotterranei e rifugi anti-aerei risalenti alle due grandi guerre, cisterne interrate e vecchi pozzi prosciugati. Ma non è solo questo. Oltre a quanto sopra, ci interessiamo molto anche di speleo-archeologia tentando di risolvere antichi enigmi storici legati agli ambienti ipogei, come la cosiddetta “Sfinge della Valganna” o “Antro delle gallerie”, situato in provincia di Varese. Si tratta di un complesso sistema sotterraneo di gallerie, quasi interamente scavato a mano, che si sviluppa su quattro livelli differenti per un’estensione, ad oggi conosciuta, di circa tre chilometri. Cosa ha spinto gli uomini, in tempi remoti, a scavare l’intricato complesso ipogeo? C’è chi nei decenni ha avanzato l’ipotesi che fosse un luogo di sepoltura, chi, invece, ha sostenuto la tesi che si trattasse di un rifugio, altri, infine, che fosse una miniera per l’estrazione di arenaria e alabastro. UNEX sta oggi indagando, attraverso ricerche bibliografiche e analisi sul campo, alfine di aiutare gli archeologi a giungere finalmente ad una soluzione condivisa per questo intrigante mistero. Un enigma che affonda le sua radici in un lontanissimo passato.
UNEX è un sogno, un sogno diventato realtà. Un sogno che ci ha fatto crescere facendo svanire ogni paura: da quella dei ragni, a quella degli ambienti chiusi, dal buio, alle altezze, perché il miglior modo per esplorare, è esplorarsi. L’esplorazione è, dunque, un modo per superare i nostri limiti, spostandoli sempre più in là. Ponendosi sempre nuovi e più ambiziosi obiettivi futuri. Non smettete mai si esplorare!
Chiunque di voi fosse curioso di conoscere più da vicino le nostre attività può seguirci direttamente sulla nostra pagina Facebook www.facebook.com/UNEXproject, troverete pubblicazioni giornaliere nelle quali continueremo a regalarvi tante curiosità sul mondo ipogeo, tante foto delle nostre esplorazioni e sempre nuovi aggiornamenti sulle nostre attività e sulle nostre ricerche.
E ancora, qui, su Terra Incognita Magazine, inizieremo ad incontrarci spesso. Non mancate!