Recensione di: “A chi Gioverebbe? – Delitto e Castigo in una casa di piacere”

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La recensione del nuovo spettacolo con il maestro Francesco Paniccia, autore delle musiche di Terra Incognita che, con il consueto piacere, seguiamo anche in tutte le sue iniziative esterne al nostro sito

di Redazione

A-chi-gioverebbe1Successo e “sold out” costante per il vaudeville “A chi Gioverebbe? – Delitto e Castigo in una casa di piacere”, firmato da Enza Li Gioi, per la regia di Mariaelena Masetti Zannini ed in scena al Piccolo Teatro Campo d’Arte, in via dei Cappellari, dal 4 al 9 febbraio 2014. L’esilarante “piece”, che ha già all’attivo una fortunata stagione al Teatro dell’Orologio l’anno scorso, è ambientata in un bordello di lusso  nel 1957, a pochi mesi dall’approvazione della legge Merlin.

La giovane prostituta Caterina, interpretata dalla brava Valentina Blasi, viene fortuitamente assassinata, nell’ambito di un gioco erotico finito male, da un noto onorevole abituale frequentatore della casa. Data l’importanza del personaggio il delitto rimane impunito e viene immediatamente insabbiato dal perfido commissario La Face, malgrado le pressioni della tenutaria affinché giustizia sia fatta. Le compagne della ragazza assassinata, però, imbeccate dalla presunta volontà del fantasma di quest’ultima, inscenano una bizzarra ed esilarante vendetta ai danni del politico omicida.

Lo spartito di scena composto da Enza Li Gioi, che veste anche i panni della “maitresse” di “casa”, è convincente e privo di sbavature; una sinfonia teatrale concertante dove a far da strumenti sono tutti gli attori. L’autrice mette a nudo mentalità e malcostumi di un non lontano passato, malcelati sotto il velo dell’ipocrisia e dell’opportunismo; ogni personaggio è l’incarnazione verace di un prototipo, senza compromessi, bensì in un’ottica di evidenza e verità storico/espressive. Singolare è il fatto che pur essendo la scena collocata in un postribolo romano, l’identità geografica delle protagoniste si snodi lungo tutto lo stivale italico, dalla Sicilia al Friuli Venezia Giulia, alla Lombardia, passando per il Lazio, la Toscana e l’Emilia Romagna. La Li Gioi dà in tal guisa al suo testo una forte connotazione nazionale, valorizzando appieno alcuni tra i suoi più caratteristici idiomi ed accenti regionali.

La regia di Mariaelena Masetti Zannini, tra l’altro in scena nei panni di una trasgressiva prostituta lombarda, è preziosa, vitale, fortemente estetica. L’artista, a sua volta autrice ed attrice di talento, dirige l’orchestra con sapienza; e lo spazio scenico si anima, per farsi variopinta tela ove l’intreccio ha luogo.

Una nota di merito per i protagonisti del lavoro, tutti credibili nei rispettivi ruoli e capaci di donare agli spettatori sinceri momenti di divertimento ed emozione. Daniele Sirotti, attore shakespeariano di razza, incarna con rara sensibilità il personaggio di un commissario in tutte le sue manifeste contraddizioni, mentre l’attrice milanese Emanuela Bolco è un’autentica tigre da palcoscenico nei panni di una prostituta toscana dal temperamento vulcanico. L’attrice Erika Kamese interpreta la più artistica tra le ospiti della “Maison de Plaisir”; presenza di palco e talento per questa bella ragazza capace, oltretutto, di cantare liricamente brani noti come l’Ave Maria di Bach-Gounod ed il cult degli anni ’50 Amapola. La partizione musicale è affidata a Francesco Paniccia, bizzarro interprete del pianista gobbo Igor (chiaro il riferimento al noto protagonista del film Frankestein Junior), animatore musicale dei misteri erotici della “casa”. La prostituta muta Vittoria è affidata alla bellezza scenica di Sylvia Di Ianni, capace di esprimersi con pathos attraverso il corpo e le espressioni del viso, mentre la giovanissima Giuditta Vasile è la cameriera Elide; un personaggio ricco di spirito il suo e deliziosamente interpretato. Potremmo definire un cammeo quello della colta prostituta romagnola Eneide. La sua interprete, l’affascinante attrice Daniela Cavallini, lo porge agli spettatori con seducente bravura espressiva. Figure esilaranti sono infine i due caratteristi della rappresentazione, il cantautore Giuseppe Cataldi e Franco Dragotta, rispettivamente incarnazioni dell’onorevole Biscardi e del Dottor Finetti. Alle luci e la fonica il bravo Carlo Sabelli.

Una felice pagina di teatro ha avuto dunque luogo. Uno spettacolo che siamo lieti di recensire, che farà verosimilmente parlare di sé ed al quale facciamo i nostri migliori auguri per il futuro!