Monte Musinè, tra magia, leggende e avvistamenti UFO

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L’analisi realizzata dagli Hunter Brothers su un’immagine scattata sul Monte Musinè e che ritrae un UFO. Scopriamo di cosa si tratta…

di Hunter Brothers e William Facchinetti Kerdudo

Cercando su un qualunque dizionario la definizione di U.F.O., si legge: “Acronimo inglese che indica un Unidentified Flying Object, un oggetto volante non identificato”.
Il termine UFO è stato utilizzato a partire dal 1947, quando il pilota Kenneth Arnold avvistò nei cieli un disco volante. Da precisare che, sebbene ormai l’UFO sia quasi esclusivamente associato a navi spaziali di natura aliena, indica in realtà qualunque tipo di testimonianza video o fotografica di oggetti volanti la cui origine sia sconosciuta.
La moderna ufologia ha cominciato a prendere forma dalla metà del secolo scorso e forse il luogo più celebre al mondo ad aver innescato una serie di teorie sulla presenza di forme aliene sulla Terra, è certamente l’Area 51.
Non bisogna recarsi però così lontano per indagare su queste tematiche. Infatti, anche in Italia, è nota una zona che è stata più volte protagonista di testimonianze e di avvistamenti di strani oggetti nel cielo. Si tratta del Monte Musiné.
E’ situato a poche decine di chilometri dalla città di Torino, in direzione Val di Susa. Sebbene sia ricco di storia, non è abitato e non si ritrovano neppure baite o rifugi, quasi a far supporre che sia un luogo che debba restare inviolato.
Tutta l’area è importante da un punto di vista archeologico per la presenza di alcuni Menhir, a testimonianza di insediamenti umani già durante l’età del bronzo. Di datazione nettamente più recente, incisioni dovute molto probabilmente a riti neopagani. Sul suggestivo masso del diavolo, dal lato del monte Musiné rivolto verso la Val di Susa, si notano chiaramente simboli del sole e della luna incisi nella roccia.
Si tratta senza ombra di dubbio di un luogo magico e ricco di diverse leggende. Ad esempio sulla cima del Musiné è stata eretta un’enorme croce in cemento. In generale, da un punto di vista esclusivamente simbolico, capita spesso di ritrovare una croce a suggellare il credo cattolico in luoghi dove si professavano altre religioni.
La leggenda vuole però che quella grande croce sia anche a ricordo di un avvenimento miracoloso. Si narra infatti che l’imperatore Costantino, giunto nei pressi del Musiné, abbia visto comparire un’enorme croce infuocata nel cielo che lo abbia fatto convertire al credo cristiano.
Se aggiungiamo anche la leggenda di un mago che vivrebbe in una grotta ed uscirebbe di tanto in tanto sopra ad un calesse infuocato, è doveroso fare una riflessione.
Lo studioso Mauro Biglino ha reinterpretato l’Antico Testamento sottolineando che tra le sue righe, compaiono chiari richiami a dei alieni. La versione classica della Bibbia narra che Mosé, sul monte Sinai, chiede una prova a Dio a dimostrazione della sua potenza che viene soddisfatta con la comparsa di un enorme carro volante infuocato. Secondo la traduzione di Biglino, la Gloria di Dio o Carro infuocato, è più correttamente interpretabile come un ‘oggetto forte e pesante’. Inoltre sappiamo che Mosé, alla comparsa del carro, dovette proteggersi in una grotta per non restarne ustionato. Questa interpretazione farebbe quindi supporre un possibile e pesante disco volante e che, la propulsione ed il calore dei motori, abbia obbligato Mosé a rifugiarsi nella grotta.
Restando su questa linea di pensiero, allora è curioso sottolineare nuovamente le due leggende del Musiné: sia la croce infuocata nel cielo che il carro infuocato dell’eremita, riconducono ad un’associazione mentale, sia a livello simbolico che metaforico, alla presenza di un UFO.
Il monte Musiné, come ampiamente accennato, è celebre per gli avvistamenti di UFO e dal 1973 è stata posta sulla cima una piccola lapide con una targa. E’ curioso perché nessuno sa chi l’abbia realizzata e per quale motivo. Sulla targa c’è un’incisione che cita:

Qui è l’Una Antenna dei Sette Punti Elettrodinamici, che dal proprio nucleo incandescente vivo la Terra tutta respira emette vita. Qui operano le Astrali Entità che furono: Hatsheptut, Echnaton, Gesù il Cristo, Abramo, Confucio, Maometto, Buddha, Ghandi, Martin Luther King, Francesco d’Assisi, e anche Tu, se vuoi, alla fratellanza costruttiva tra tutti i Popoli. Pensaci intensamente, 3 minuti: Pensiero è Costruzione

Suggestioni? Illazioni? Esistono prove reali sulla presenza di dischi volanti sopra il Monte Musiné?
A questa domanda, si può dare una risposta sorprendente perché, proprio poche settimane fa, un team di ricercatori ha scattato una fotografia che ha lasciato basiti anche i più scettici.
Domenica 27 maggio 2012, William Facchinetti Kerdudo (scrittore e curatore di rubriche del mistero su radio Deejay) insieme ad Armando Bellelli (esperto di storia locale del bresciano e recentemente ospite al programma Mistero di Italia1), hanno organizzato una spedizione sul monte Musiné al fine di realizzare un libro su luoghi insoliti nel nord Italia. Per effettuare il sopralluogo e per la raccolta di dati scientifici, sono stati coadiuvati dalla presenza di Michael Bolognini ed Andrea Abou Saida della GRA (Geographical Research Association) e dall’archeologo Andrea Bellandi.
La perlustrazione del monte è durata circa sette ore, nelle quali sono state scattate diverse fotografie a fini di documentazione.
Uno scatto in particolare, effettuato da Michael Bolognini, ha lasciato l’intero team molto sorpreso.
L’immagine raffigura la cima del monte dove si staglia una grande croce. Ad occhio nudo nessuno dei presenti si era accorto di qualcosa di anomalo, ma la macchina fotografica aveva impresso un oggetto nel cielo reso quasi lattiginoso per l’altezza e l’ora in cui è stata scattata (mezzogiorno circa).
Affrontando la ricerca sotto un profilo scientifico, si è subito supposto che la macchia ovoidale potesse essere dovuta all’obiettivo sporco, ad un difetto fotografico od ancora ad un insetto immortalato durante lo scatto.
E’ così seguita un’analisi digitale approfondita con particolari software.
Qui entrano in ballo gli Hunterbrothers. Appena appresa la notizia per vie brevi siamo stati incaricati di analizzare lo scatto incriminato. Dopo aver ricevuto informazioni dettagliate e la foto in formato originale ci siamo messi subito a lavoro e con l’aiuto di un nostro amico e collaboratore esterno, Massimiliano Benvenuti, abbiamo constatato che il materiale è effettivamente interessante da un punto di vista scientifico. Dopo tante ricerche e tante foto analizzate ci siamo resi conto che probabilmente eravamo in possesso di qualcosa di particolare che andava condiviso. Inoltre siccome a noi non piace semplicemente proporre una foto e lasciarlo commentare, abbiamo provveduto come nostro solito, ad effettuare un accurata analisi.
Il nostro lavoro si commenta da solo:

ANALISI FOTOGRAFICA

Foto originale

Questa immagine è stata particolarmente ostica da studiare, il soggetto in esame appare in un area che ha messo a dura prova la capacita di ripresa della Panasonic DMC-FZ50. Dalle analisi lo scatto è risultato non manipolato.

Cerchiamo di capire dove è collocato nello spazio. Per far questo bisogna ricorrere all’analisi delle DoF (Punto 1 dell’immagine sottostante). Il risultato, mostrato in falsi colori, evidenzia senza dubbio che l’oggetto è in profondità, lontano quindi dall’osservatore, questo dettaglio di fatto esclude che si possa trattare di un insetto. I punti 2,3 e 4 confermano la consistenza materiale del suo corpo ed i relativi comportamenti assunti dalla luce nella sua prossimità. In particolare è da notare la forte componente residua UV emersa soprattutto dalla distanza dall’osservatore ma nonostante questo è stato possibile tracciare anche un profilo degli IR residui localizzati nel corpo dell’oggetto.

dettaglio IR residuo. P.s. il margine di errore in questo tipo di calcolo, abbinato ad un attrezzatura non specifica risulta alto ma sufficientemente accettabile per accertarne la presenza, come mostrato dalla tabella con statistica del punto 6

Dalle specifiche analisi di spettro è stato possibile individuare una sorta di campo intorno al nostro oggetto. Visibile nelle tre grafiche mostrate sopra.

CONCLUSIONI

Siamo di fronte ad un oggetto in volo la cui natura resta tuttora “non definita”. Anche se non visibili, sono presenti sul lato del suo corpo delle appendici indicate dalle frecce in rosso, probabilmente delle ali. Amplificando al massimo l’oggetto viene identificato una sorta di nucleo centrale che viene osservato meglio nella riproposizione collocata sulla destra in cui la rappresentazione tramite isolinee ne evidenzia i tratti salienti. Da notare infine che se da una parte è presente una probabile presenza di ali, dettaglio che identificherebbe l’oggetto come un aeromobile, dall’altra va sottolineata la presenza di un campo esterno al corpo del velivolo. Campo che si estende uniformemente su tutta la sua superficie e non soltanto sul lato come ad esempio se ci trovassimo ad identificare un ipotetico motore a reazione.

I.P.E – Massimiliano Benvenuti
Esperto in Processi ed Analisi per Immagini
Esponente del comitato scientifico presso l’I.R.C.
www.coscienza.org

www.multidimensionalismo.org

Si può evincere come l’oggetto volante non identificato abbia diverse caratteristiche rispetto ad un possibile velivolo che normalmente solca i nostri cieli, ovviamente il condizionale resta d’obbligo, ma la foto si è già diffusa sul web come autentica.

Volevamo ringraziare in modo particolare  William Facchinetti Kerdudo e Massimiliano Benvenuti.