Il Volto Santo

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di Nicoletta Travaglini

volto_santoPosta su un’altura della riva destra del fiume Pescara a soli 217 sul livello del mare nell’entroterra abruzzese, sorge Manopello il cui etimo deriva, probabilmente dalla parola “manoppio”, cioè la quantità di grano contenuta nella mano del contadino che lo miete. Fondata intorno al 1061 dal conte Boamondo, questa deliziosa cittadina, nasce su insediamenti romani persistenti, testimoniati da due monasteri quelli di: Santa Maria Arabona e di Vallebona, che dimostrano l’esistenza di culti precristiani e non dedicati alle dea Bona.
Esso sorse su un poggio per scopi meramente difensivi e le sue quattro porte poste in corrispondenza dei quattro punti cardinali, dovevano servire proprio a questo fine. Tuttavia, nonostante tutti questi accorgimenti di sorta essa fu più volte attaccata e depredata; finché nel 1140 Ruggero di Tarsia non pose fine a questo stato di cose, facendone uno dei più potenti feudi d’Abruzzo.
Verso la fine del 1100 questo possedimento fu donato da Federico II ai fratelli Pagliara, che dominarono su Manopello fino a circa la metà del 1200, quando Tommasa, l’ultima discendente di questa dinastia, la donò a sua figlia, Maria di Suliaco, questa a sua volta, lo portò in dote a suo marito Napoleone II Orsini.
Questa potente e nobile famiglia, che aveva feudi sparsi per tutto l’Abruzzo, arrivò a batter moneta nel 1383. Purtroppo verso la fine del 1400 Ferdinando I stappò loro di mano questo importante feudo, per donarlo prima a Bartolomeo D’Alviano e poi ai Colonna che restò per lungo tempo un loro possedimento.
Durante il dominio dei Colonna, per la precisione nel 1506, Manoppello legò il proprio nome a quello del Volto Santo, cioè il Velo della Veronica che riproduce il Volto di Gesù quando si apprestava a salire sul Calvario.
La leggenda narra che il dottor Giacomo Antonio Leonelli, un ricco proprietario terriero, si trovava sul sagrato della Chiesa di San Nicola conversando amabilmente con i suoi amici, quando fu avvicinato da uno sconosciuto, che tiratolo in disparte, gli consegnò un fardello. L’uomo, incuriosito, aprì il pacco e… con sommo stupore riconobbe il Velo della Veronica, scomparso molti anni prima da San Pietro in Roma e di cui se ne dubitava perfino l’esistenza. Il dottore cercò delle spiegazioni dal misterioso individuo latore del pacco, ma nessuno lo vide uscire dalla Chiesa, sembrava come svanito nel nulla.
Molte sono le ipotesi sul misterioso latore, alcuni affermano che fosse un Angelo altri un Santo del Paradiso, sta di fatto che il Velo passò di proprietario in proprietario fino a giungere in possesso dei Frati Minori Cappuccini, che postolo in mezzo a due vetri, fecero costruire, intorno al alla prima metà del 1600, un santuario dedicato alla sacra Icona che, oggi, si ubica a pochi metri fuori dal centro urbano di Manopello.