Fantasmi: fantasia o realtà fisica?

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di Alessandro Marcon

Si narra spesso dei misteri riguardanti l’apparizione dei cosiddetti fantasmi spesso associata a vecchi manieri o a episodi di morte violenta. Cercheremo ora di capire se siano frutto di allucinazioni, di fantasie o se esistano delle realtà che vanno oltre il nostro percepibile mondo fisico.
Una prova dell’esistenza di una forma di coscienza che persiste alla morte può essere fornita dalle cosiddette esperienze di pre-morte. Prima di affrontare l’argomento “fantasmi”, sarà però necessario fare una premessa che possa servire a spiegare quali siano le energie che agiscono e come queste si possano manifestare.
Un recente studio scientifico sulle esperienze di “pre-morte” (NDEs) ha trovato nuove prove che suggeriscono come la coscienza, o anima, possa continuare ad esistere oltre la “morte”. Le scoperte realizzate dal dottor Peter Fenwick, un consulente neuropsichiatrico presso l’Istituto di Psichiatria di Londra, e dal dottor. Sam Parnia, medico ospedaliero e ricercatore clinico presso il Southampton General Hospital, basate su uno studio annuale applicato ai sopravvissuti ad attacchi cardiaci, potrebbero rinnovare la controversia sulla più comune delle domande: esiste la vita dopo la morte?
l dr. Sam Parnia ha commentato: “Ho iniziato come scettico ma, avendo soppesato tutte le prove, adesso penso che qualcosa stia succedendo. Fondamentalmente, si ritorna alla questione se la mente o la coscienza siano prodotti dal cervello. Se possiamo provare che la mente è prodotta dal cervello, non penso vi sia qualcosa dopo la morte perché in definitiva noi siamo esseri consapevoli. Se, al contrario, il cervello è una specie di intermediario che manifesta la mente, come una televisione che fa da intermediario per manifestare delle onde nell’aria sotto forma di un’immagine o un suono, possiamo dimostrare che, dopo la morte del cervello, la mente c’è ancora. Ed è questo che secondo me indicano queste esperienze di pre-morte” (Fonte: The Telegraph, Londra, 22 ottobre 2000).
Ulteriori testimonianze possono essere fornite da chi ha avuto delle esperienze di “distacco astrale” (O.B.E.).
Molti avranno letto le testimonianze di chi, trovandosi in stato di coma o di morte apparente, al momento del risveglio ha narrato d’essersi sentito volteggiare al di sopra del suo corpo e di avere seguito, in modo perfettamente cosciente, gli avvenimenti che avvenivano non solo intorno al suo corpo, giacente in stato di completa incoscienza, ma anche negli ambienti circostanti, esterni e distanti da esso. Ovvero in luoghi che non sarebbero stati in alcun modo raggiungibili e percepibili da una coscienza fisica allacciata ai sensi corporei.
Secondo una delle numerose storie che si potrebbero citare, un ragazzo aveva avuto un incidente con la motocicletta ed il suo corpo giaceva in stato comatoso sull’asfalto. Al suo risveglio ha narrato di essersi improvvisamente ritrovato all’esterno di un capannello di persone e, cercando di farsi largo tra la folla, si accorse che non poteva essere né visto né sentito da alcuno. Andando egualmente avanti, si trovò sul luogo dell’incidente e vide che il corpo steso sull’asfalto era il suo.
Numerosi sono i casi che si potrebbero menzionare, compresi quelli di coma in sala operatoria in cui i pazienti ricordano di aver abbandonato per un certo periodo di tempo il proprio corpo fisico. Quello che tuttavia li accomuna è il senso di distacco dal corpo ed il mantenimento della coscienza durante questo stato. Ci sono alcune persone che, grazie ad un particolare allenamento, riescono a riprodurre volontariamente il fenomeno, attuando quella che tecnicamente si definisce O.B.E. (Out of Body Experience), ossia una “esperienza fuori dal corpo” o “viaggio astrale”. Tale esperienza è così denominata poiché il corpo sottile con il quale la si compie è detto “corpo astrale”.
Lo specifico fenomeno del distacco corporeo non è assolutamente un esempio di doppia personalità caratteristica dei soggetti schizofrenici, né un immagine ipnagogica od onirica. Quindi, non è dovuto a nessuno dei casi studiati dalla psicologia moderna. Il mantenimento dello stato cosciente anche al di fuori dal corpo rappresenta, come ipotizzato dal dr. Sam Parnia, il mezzo che la coscienza utilizza per interagire con il mondo fisico.
Infatti coloro che hanno vissuto questa esperienza hanno riferito fatti che non avrebbero potuto conoscere in altro modo se non vivendoli di persona. Parliamo naturalmente di avvenimenti dei quali i soggetti non erano a conoscenza, accaduti anche in luoghi lontani dalla percezione dei sensi fisici del soggetto, riscontrati poi nella realtà da testimoni che erano fisicamente presenti.
Nel corso del “distacco astrale”, durante gli stati di coma o di meditazione profonda, il corpo astrale è allacciato al corpo fisico tramite un cordone d’energia detto “corda d’argento”. E’ una sorta di cordone ombelicale che unisce energeticamente il corpo astrale a quello fisico, fornendogli vita ed energia.
Dopo la morte fisica questa corda d’argento, similmente a quanto avviene al cordone ombelicale dopo la nascita, viene troncata. Avviene allora una sorta di “rinascita” su un diverso piano di coscienza.
In effetti anche l’esistenza in questa nuova dimensione non si discosta dalle leggi fisiche che governano l’Universo. Per cui sarebbe più giusto definire questo nuovo stato “superfisico” in quanto, pur ricadendo sotto le leggi della fisica, esso non è percepibile dal nostro livello dimensionale.
Lo spirito è l’energia che dà la vita al corpo e non l’energia che prende vita dal corpo, è per questo che sopravvive ad esso.
Come espone Alice Bailey nel “Trattato del Fuoco Cosmico”: 

La morte, vista come abbandono di uno stato precedente, è il risultato di ogni processo evolutivo. E’ il desiderio che provoca la discesa nella materia (o comunque in ogni piano inferiore). […]

La fine del desiderio causa la fine dell’incarnazione e questo per ogni piano o livello. Raggiunta la vibrazione adeguata, il lavoro è compiuto ed il ritmo rallenta progressivamente e si arresta. Quando la vibrazione, o nota, sia percepita e risuonata perfettamente, al punto di sintesi con altre vibrazioni, si produce la totale distruzione delle forme. Quando si raggiunge la sintonia con la vibrazione dell’Io Superiore, non è più necessario, al fine evolutivo, restare in sintonia con le vibrazioni inferiori, per cui queste sono dissolte e con esse la forma che le ospitava. […]

Si lacera, sui piani inferiori, il corpo eterico che era unione tra la forma inferiore (nel nostro livello data dal corpo fisico) e lo spirito superiore. L’Io Superiore attrae la vibrazione inferiore e la sublima, dissolvendola e con esso il corpo fisico (inferiore) che ne era emanazione quale incarnazione. Ciò provoca un’emanazione d’energia data da irradiamento. […]

Il corpo eterico che causava l’immateriamento della monade, si depolarizza, perdendo forza e permettendo così l’uscita dello spirito ai piani superiori. La materia, o comunque i livelli più bassi d’energia, non provocano più attrazione su di esso, lasciandolo libero d’ascendere.

Quest’ultima fase è quella che preluderebbe a quello che gli induisti chiamano “la fine della ruota delle incarnazioni”, ovvero alla fine della necessità della rinascita nel mondo materiale.
In pratica, alla morte del soggetto, si verificherebbero progressive separazioni di tipo energetico su vari livelli: il corpo fisico è come un apparecchio al quale sia stata tolta l’energia. Termina le sue funzioni pervenendo allo stato di morte clinica. Mentre il corpo eterico, emanazione dell’energia fisica, sopravvive al corpo fisico per un certo periodo. Ciò è reso possibile dal fatto che il corpo eterico non assorbiva solo l’energia fisica e mentale dell’individuo, ma era un tramite fra quest’ultimo e l’energia cosmica nella quale esiste lo spirito e mediante la quale quest’ultimo gli forniva energia e movimento. Ciò consente quindi di avere una certa autonomia, dando luogo alle cosiddette “apparizioni” di fantasmi. Essi sono, per lo più, una sorta di “impronta energetica” del corpo, che può essere percepibile a livello fisico o da persone sensorialmente dotate o a causa della sua densità.
Prendendo energia sia dalla materia sia dallo psichismo dell’individuo, più il soggetto sarà stato attaccato al mondo fisico nel corso della sua vita, più il corpo eterico avrà acquisito densità. Quando l’individuo abbassa la vibrazione dei suoi pensieri a livello materiale, necessariamente abbassa anche la frequenza alla quale “vibra” il corpo eterico. E’ questo abbassamento di frequenza che gli fa acquisire maggiore densità, avvicinandolo vibratoriamente al mondo materiale.
L’uomo è dunque una realtà complessa che si manifesta su molti piani esistenziali oltre a quello fisico. Dal piano più basso, quello fisico, si sviluppano altri piani di energia ai quali corrisponde un conforme livello di coscienza.
Per comprendere correttamente cosa sia il Doppio Eterico, o Corpo Eterico, è necessario dapprima sapere che l’Esoterismo conosce 7 gradi di densità nel mondo materiale:
Solido Liquido Gassoso Eterico Super-eterico Sub atomico Atomico
Il veicolo fisico dell’uomo comprende elementi di tutti questi sottopiani e, pur essendo esso un’unità, lo si suole suddividere in due componenti separate: la parte fisica, costituita di materia dei primi tre sottopiani, e la controparte eterica, composta dalla materia degli ultimi quattro sottopiani.
Il Doppio eterico non è quindi un veicolo separato di coscienza, come potrebbe esserlo il Corpo astrale ecc. La sua funzione è piuttosto quella di ricevere e distribuire la forza vitale emanata dal prana e tramite essa alimentare la vita del Doppio fisico.
Per far ciò il Doppio eterico è dotato di vari centri di forza, chiamati “chakram”, ognuno dei quali ha una sua funzione specifica.
Il Doppio Eterico, essendo parte integrante del veicolo fisico è, come esso, mortale e non sopravvive che poco tempo dopo la morte. La morte stessa è un processo durante il quale gradatamente le singole cellule ed i singoli atomi, costituenti il corpo fisico, si disgregano.
C’e’ una fase in cui il doppio eterico si trova libero dal corpo fisico ed è proprio allora che esso può apparire, in forma di “fantasma”, alla vista di persone particolarmente sensibili.
Occorre fare molta attenzione a non confondere il doppio eterico con il corpo astrale, dal momento che si tratta di due cose ben diverse.
Il termine originario indù per il doppio eterico è “Pranamayakosha”, ossia “Veicolo del Prana” dal momento che la principale funzione del doppio eterico è, come dicevamo prima, quella di assorbire il Prana (corrente vitale) e distribuirlo ad ogni parte del corpo fisico.
La materia eterica è intimamente correlata con quella dei tre sottopiani più densi della materia, al punto che ogni particella solida, liquida o gassosa del corpo fisico è circondata da un rivestimento eterico. Pertanto il doppio eterico appare come un perfetto duplicato del corpo fisico e si estende per circa mezzo centimetro oltre la superficie del corpo. Essendo così intimamente uniti, l’uno influenza l’altro rendendo possibile la purificazione del doppio eterico operando sul corpo fisico.
Allorché il doppio eterico si separa in parte dal veicolo fisico, accade che quest’ultimo perda la sensibilità e la coscienza. Infatti il doppio eterico fa da tramite tra il fisico e gli altri corpi, nei quali risiede la coscienza. L’interruzione del contatto fa sì che il corpo fisico torni ad essere il semplice aggregato di molecole.
Vi sono molti modi per provocare artificialmente una parziale separazione dell’eterico dal fisico. Tra questi possiamo annoverare la somministrazione di etere, che infatti provoca l’anestesia del corpo e la perdita della coscienza, l’ipnosi, l’utilizzo di alcool e droghe, queste ultime usate durante alcuni riti sciamanici. Tutti metodi che comunque vanno attuati con estrema cautela e sotto la guida di persone esperte.
La costituzione del doppio eterico nelle sue componenti dei vari sottopiani del piano fisico varia a seconda di molti fattori, tra cui la razza, la sottorazza, il tipo di persona e persino il karma individuale.
L’esoterismo insegna che vi sono almeno tre forze diverse che, partendo dal Centro di Energia del Sistema, arrivano al nostro pianeta:

Fohat, o elettricità
Prana, o vitalità
Kundalini, o Fuoco Serpentino

Fohat è il termine che indica tutte le energie fisiche conosciute alla scienza, come l’elettricità, il magnetismo, la luce, il calore.
Il Prana invece non è ancora ufficialmente riconosciuto, benché siano ormai iniziate anche in ambito scientifico le prime speculazioni sull’argomento.
Kundalini invece è conosciuta solo da pochissimi e la scienza la ignora completamente.
Bisogna tenere presente che queste tre forze sono distinte l’una dall’altra e che nessuna di esse può trasformarsi nell’altra.
Similmente a queste dottrine, così si esprimeva Paracelso: Tutto un piccolo mondo è potenzialmente contenuto nel Liquir Vitae, un nervo fluido… il quale contiene la natura, la qualità, il carattere e l’essenza di tutti gli esseri. Paracelso lo chiamava Archaeus.